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Report Lembeh 2019
Non per tutti.
Mmm…. Sì, effettivamente non per tutti.
La meta scelta quest’anno per il solito viaggio di inizio stagione sicuramente non era adatta a tutti i subacquei.
Non certo per la difficoltà delle immersioni o per dei costi particolarmente elevati ma solamente perché si tratta di un luogo di immersione di esclusivo interesse per i fotosub.
Il solo nome di questa località provoca infatti negli appassionati di fotografia subacquea un improvviso aumento della frequenza cardiaca seguito da groppo in gola e secchezza delle fauci.
Lembeh!!
Nell’immaginario collettivo del fotosub, il paradiso della macrofotografia. Il posto magico ove il creatore buttò i resti delle sue fatiche dando vita ad innumerevoli esseri multicolori e straordinaria località famosa per le sue "muck dives”.
Ed eccoci quindi pronti a partire, io ed Alessandro, dotati di tutto il nostro bagaglio di lenti, lentine, oblò, bracci, di un’insana voglia di portare a casa qualche bello scatto ma orfani di Roby, altro fotosub del club che purtroppo non è potuto venire con noi.
Il viaggio è lungo ma gradevole e, tra un film e l’altro, ci ritroviamo improvvisamente nel caos delle vie di Manado, tra motorini che sfrecciano veloci e stranissimi modelli di veicoli cinesi e giapponesi.
Un paio d’ore di viaggio ed eccoci arrivati al resort YOS Dive Eco Beach Resort, situato proprio sullo stretto che separa Nord Sulawesi dall’isola di Lembeh.
Notiamo subito che è frequentato da fotografi perché ad accoglierci vi è una grande postazione per ricarica batterie, manutenzione custodie ed attrezzatura fotografica dotata anche di attrezzi pezzi di ricambio.
Bene! Ma ora dopo una veloce cena ci si butta a letto per ricaricare le nostre di batterie in vista del primo giorno di immersione.
Il mattino seguente abbiamo una bella sorpresa.
Tutto ruota intorno a noi ed alle nostre esigenze di immersione fotografica.
Mi spiego meglio.
I ritmi della giornata sono praticamente dettati da noi.
Ci si sveglia quando si vuole, si va in acqua quando si vuole, si mangia quando si vuole e, ciliegina sulla torta, ognuno di noi ha a sua disposizione una guida per individuare i soggetti fotografici.
Spettacolo!!!
Iniziamo una serie di immersioni, saranno venti in totale, alla ricerca dei famosi “critters” di Lembeh e non veniamo certamente delusi.
Se le immersioni si svolgono su fondali a dir poco deprimenti (sabbia, sabbia e poi sabbia) o addirittura in veri e propri immondezzai, è altrettanto vero che i soggetti che riusciamo ad immortalare nei nostri scatti sono stupefacenti.
Soggetti di tutti i tipi, di dimensione variabile da pochi millimetri fino a qualche centimetro, di ogni foggia e colore, scovati con abilità sovrumana da persone che definire guide è estremamente riduttivo.
Ma con questi…Superman può… accompagnare solo!
La capacità con cui riescono a trovare soggetti minuscoli, mimetizzati in maniera incredibile e altrettanto incredibilmente sfuggenti ha del paranormale!
Non esagero dicendo che senza la loro competenza a bravura avremmo visto un centesimo dei soggetti da noi fotografati.
Così tra uno scatto e l’altro, dopo venti immersioni, giunge l’ora del ritorno.
Lasciamo quindi, a malincuore, questo paradiso fotografico con un’ulteriore grande esperienza sub, tonnellate di file da elaborare e la segreta speranza di poterci tornare quanto prima per immortalare qualche altra meravigliosa creatura di questo angolo di mondo.
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